mercoledì 27 maggio 2020

STEP#20

Lo Zibaldone di Leopardi e i suoi artefatti 

Leopardi viene ricordato come colui che elaborò pensieri e concetti, a maggior ragione nello Zibaldone che inizialmente doveva essere una semplice raccolta personale delle sue idee, idee che però la maggior parte delle volte risultano intrigate, artificiose, a tal punto da soffermare il lettore e suscitare in lui una sorta di curiosità che lo spinge ad andare oltre alle parole e quindi comprenderne il vero artificio. 
In seguito riporto alcune parti tratte dallo Zibaldone che in me hanno suscitato questo sentimento:

Possiamo considerare fatti con artificio diversi pensieri che Leopardi include nella sua opera visto che inizialmente doveva appunto essere una "raccolta di idee".

In ordine alle donne, diveca taluno, ho già perso delle virtù teologali, la fede e la speranza. Resta l'amore, cioè la terza virtù, della quale per anche non mi posso spogliare, con tutto che non creda nè speri più niente. Ma presto verrà fatto, e allor finalmente mi appiglierò alla contrizione. (25 Luglio 1820)

Conseguito un piacere, l'anima non cessa di desiderare il piacere, come non cessa mai di pensare, perchè il pensiero e il desiderio del piacere sono due operazioni egualmente continue e inseparabili dalla sua esistenza. (12-13 Luglio 1820)

La speranza non abbandona mai l'uomo in quanto alla natura. bensì in quanto alla ragione. (23 Luglio 1820)

Parecchi filosofi hanno l'abito di guardare come dall'alto il mondo, e le cose altrui, ma pochissimi quello di guardare effettivamente e perpetuamente dall'alto le cose proprie. Nel che si può dire che sia riposta la sommità pratica, e l'ultimo frutto della sapienza. (25 Maggio 1821)

Frasi tratte dal libro di letteratura liceale.

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